ERNESTO MORALES. POSSIBLE PLACES

9 N el 1935 l’architetto statunitense Frank Lloyd Wright comincia a lavorare al progetto di Casa Kaufmann (più nota come Casa sulla cascata), quella che sarebbe diventata una delle pietre miliari dell’architettura contemporanea: il luogo perfetto in cui edilizia e natura – sia nella scansione degli spazi che nella scelta dei materiali – avrebbero trovato la loro fusione Nel 1948 Le Corbusier (l’architetto svizzero che due anni dopo avrebbe rivoluzionato la storia degli edifici sacri con un capolavoro visionario come Notre-Dame Du Haut ) conia il Modulor , una scala di proporzioni basata sulla sezione aurea e sugli studi leonardeschi che dia le linee guida per un’architettura a misura d’uomo Cinque anni prima che Wright cominci a progettare Casa Kaufmann e diciotto anni prima del Modulor , a Ivrea si gettano le basi dell’architettura contemporanea Adriano Olivetti, industriale illuminato e straordinario mecenate delle arti, comincia a chiamare intorno a sé i più grandi progettisti italiani per dare vita a quella che era stata studiata e sognata dagli artisti fin dal Rinascimento: la città ideale Luigi Figini, Gino Pollini, Ignazio Gardella, Annibale Fiocchi, MarcelloNizzoli, Goffredo Boschetti, EduardoVittoria, GinoValle, Ottavio Cascio, Emilio Aventino Tarpino, Renzo Gabetti, Aimaro Isola, Luciano Re, Gian Antonio Bernasconi, Ezio Sgrelli, praticamente i nomi che gli studenti di architettura e design, ancora oggi, devono incidersi a fuoco nella mente, firmano un progetto grandioso e unico Accanto alla vecchia fabbrica di mattoni rossi, fatta realizzare da Camillo Olivetti su suo disegno nel 1896 in via Jervis come primo nucleo degli stabilimenti dell’azienda, la città di Adriano Olivetti cresce come un’infiorescenza fino a coprire, in trent’anni, 72mila ettari Nascono lì capolavori che ancora ai giorni nostri lasciano senza fiato come le Officine Ico, con la loro avveniristica e immensa facciata in vetro; l’ex falegnameria, con il geniale sistema brise- soleil della facciata; il Centro Studi ed Esperienze, dall’armoniosa pianta asimmetrica; Il Centro dei Servizi Sociali, tutto giocato sulla forma dell’esagono e su quella del triangolo E poi le case per i dirigenti e gli impiegati, edifici che si distinguono per forme e dimensioni decise in base alle esigenze di chi li abiterà – a misura d’uomo, insomma, esattamente come insegna il Modulor di Le Corbusier – ma anche per l’attenzione all’estetica e per le soluzioni geniali Come Villa Capellaro o l’Edificio 18 alloggi, così vicini per temperamento al lavoro di Frank Lloyd Wright, o come la scenografica Unità Residenziale Ovest (soprannominata Talponia), spettacolare anfiteatro su due piani a pianta semicircolare lunga 300 metri che ricorda da vicino un monumento epocale come il Royal Crescent, edificato nella seconda metà del Settecento nella cittadina inglese di Bath Ernesto Morales. Gli spazi del possibile Di Alessandra Redaelli

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